mercoledì 24 settembre 2008

Compito 8

Ho letto il testo dell'intervento " I have a dream" (seppur con molto ritardo, lo riconosco) e l'ho ritenuto molto interessante.
Come dire, è sempre stato uno degli argomenti più toccati dai ragazzi: quante volte infatti si è sentito parlare bene di un insegnante e male di un altro?
Ma su che basiamo i nostri giudizi? E sono attendibili?
Quello che cerco di dire è che un maestro come quello descritto dal dott. Benedetto de Bernard, ovvero una sorta di Robin Williams ne "L'attimo fuggente", può essere davvero la risposta che gli studenti cercano?
Beh, io ritengo di sì, poichè l'apprendimento di una materia di studio risulta più semplice (e se vogliamo anche divertente) se illustrata con entusiasmo e passione, quei sentimenti con cui ognuno dovrebbe affrontare qualsiaisi cosa.
Il punto è che una figura del genere, quasi una sorta di Messia dei docenti, rasenta l'immagine della Chimera: è rarissima.
Vuoi per la concentrazione spasmodica ed eccessiva per il profitto economico finale, vuoi perchè il mondo intorno a te si muove ad una velocità per cui è già di per sè difficile restargli attaccato al culo, vuoi per il sadico piacere di poter disporre di qualcuno sfruttando il proprio, anche se effimero, potere . . . Alla fine i maestri che promuovono la cosiddetta "emotioned intelligence" sono veramente pochi.
Ma questo discorso è valido anche per gli studenti. Per carità, i giovani sono straordinarie creature, come dice il de Bernard, ma siamo sicuri che siano tutti desiderosi di meritarsi o comunque di volere un insegnamento del genere?
Forse è anche per questo che i docenti "illuminati" sono rari come le mosche bianche (o come gli idrulici, fate un pò voi. Altri luoghi comuni o mezze verità non me ne sono venute in mente, eh eh eh): perchè non si sentono gratificati o sanno già che pochi allievi li seguirebbero nella giusta maniera.
Alla fine è tutto un problema di volontà e di scelta, come sempre: o remi contro un fiume in piena che è la mentalità circostante o ti adegui a tutto ciò, magari perdendo anche parte della tua individualità.

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