mercoledì 16 aprile 2008

Compito 6

E' una settimana circa da quando c'è stato il seminario dell'8 aprile e devo dire che ho avuto l'opportunità di riflettere su ciò che è sucesso. Anche perchè lì per lì non sapevo cosa pensare: dico, uno si aspettava il super pizzosissimo seminario sul copyright e ti ritrovi di fronte dei ragazzi travestiti da pagliacci che ti fanno un buffissimo spettacolo: immaginatevi, infatti, che all'improvviso uno di loro si accasci morente al suolo e che tutti quegli altri, nella veste di dottori, comincino a tirar fuori un sacco di diagnosi mentre quell'altro rantola stramazzante al suolo con alla fine un cartello che diceva "Nonostante i medici, sono ancora vivo". Beh, complimenti, questa non me l'aspettavo proprio, siete riusciti davvero a farmi pensare al fatto che un medico non è solo ossa, nervi e nozioni varie, ma che è (o meglio dovrebbe essere) qualcosa di +. Vi dirò, io non è che sia un tipo che si entusiasmi facilmente, della serie "quello che raramente partecipa con entusiasmo a un progetto". Ho sempre ritenuto infatti che uno si distingue in base a quanta roba sa, seguendo quindi un punto di vista esclusivamente culturale, senza curarmi di ulteriori aspetti extra. "Mantenersi distaccato e imperturbabile" pensavo "è una delle capacità fondamentali di un buon medico" (soprattutto per me che vorrei provare a fare il chirurgo, ma per quello c'è tempo). Certo, ci vuole anche quello, ma come tutte le cose non deve sfociare nell'eccesso. Perchè se questa aridità manifesta dovesse penetrare anche nella propria anima (mammia mia, come sono poetico) allora si diventerebbe apatici e privi di qualunque emozione ... non saremmo più esseri umani, insomma.
Eppoi (ho la licenza poetica, posso scrivere come mi pare) non so quanto uno possa restare impassibile di fronte a certe situazioni: per dire, tempo fa ho avuto un incidente in macchina (mezzo ribaltato dal mi' lato) e mi sono lacerato il dorso della mano, usciva sangue che non vi dico, eppure non mi impressionava poi più di tanto (ero molto + preoccupato per la macchina semisfasciata e per come sarei dovuto uscire). Sta di fatto che, dopo la meritata dose di "sei un coglione, hai fatto una cazzata disumana, da irresponsabile" , alcuni miei amici mi hanno detto che in quella situazione sarebbero svenuti o cosa e che ero davvero nato per fare il medico.
Mah, può anche darsi, però non saprei proprio cosa pensare se mi trovassi davanti dei casi clinici tremendi a persone già disperate di conto loro.
Per questo quello che hanno fatto e che fanno tuttora i ragazzi del progetto "M'illumino d'immenso" (sì, i Patch Adams dello spettacolo) è qualcosa da ammirare e da imitare: portare infatti il buonumore negli ospedali può essere apparentemente inutile, ma in realtà la cosa veramente inutile è stare a non fare niente, a non lasciarsi coinvolgere ogni tanto da una cosa così pura e speciale e nel complesso semplice e spontanea. Perchè le persone in difficoltà hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile.
Io, che posso dire, ancora non mi sento prontissimo a partecipare direttamente a quest'iniziativa, ma se non altro quei ragazzi sono riusciti a farmi uscire da questo mia barriera di scetticismo, questo mio alone di aridità apatica (senti lì, senti lììì). E, conoscendomi, direi che non hanno fatto poco.

1 commento:

Lory ha detto...

ciao max...Viva juve!!