lunedì 29 settembre 2008

Si ritorna al lavoro

"Inevitabile!" (Agente Smith a Neo in "The Matrix Revolutions")

O, in questo caso, ritornare sui libri e all'università. In fondo, non è stato poi così traumatico questo primo giorno del 2° anno: ho rivisto un bel po' di persone e la mattinata non è stata pesantissima.
Certo, stare a sentire 2 ore di biochimica è appassionante come 16 ore passate a leggere in una cella d'isolamnto un trattato sulla storia degli zucchini . . . Va beh, fortuna che anatomia è filata abbastanza scorrevolmente (d'altronde già sapevo qualche cosa e poi l'argomento mi interessava molto).
Il posto è cambiato: siamo finiti dal Cubo al dipartimento di anatomia. Come dire, siamo passati da un edificio tattico (perchè a due passi c'era il Qbar) e conforevole (i posti alla fine si trovavano sempre) a uno spigoloso baraccone.
Lo ammetto, tendo spesso a lamentarmi anche di cazzate, ma non prendetemi tanto sul serio, le butto lì tanto per ridere. Comunque il Cubo era un po' meglio, se non altro per l'ampiezza dell'aula e per i posti (va beh, tanto non dobbiamo viverci).
D'altro canto non è che possa lamentarmi + di tanto, visto che le vacanze a Lido di Camaiore e a Rimini sono andate veramente bene, mi sono divertito un sacco.
Ora però devo staccare: comincia infatti un nuovo periodo di appunti, schemi, alzate all'alba e robe varie e io, dopotutto, sentivo il bisogno di rimettermi in gioco.
A piccole dosi, però.

P.S. Un piccolo omaggio ai miei colleghi pianisti

giovedì 25 settembre 2008

Compito 9

Alla fine vediamo di tirare le somme su quest'idea del blog (che io ho portato avanti mettendoci un moderato impegno, lo ammetto).
Vi dirò, mi sono abbastanza divertito a fare 'sto blog (e credo che non finirò qui, nel senso che proverò ad aggiornarlo volta volta) e ritengo l'idea molto interessante per diverse ragioni: un lavoro senza pressioni eccessive; l'opportunità di condividere idee, messaggi, opinioni; la possibilità di conoscere nuove persone; una nuova visione del computer; l'invito a riflettere su questioni importanti; una nuova esperienza effettuata.
Messa così sembra un plebiscito, ed effettivamente, nonostante la mia appena appena velata (cummè no!?) tenfdenza alla critica, lo è: infatti non mi vengono in mente ora come ora idee per migliorare questo progetto.
Un appunto però lo voglio fare. Io, infatti, ho sempre visto il blog come una sorta di diario virtuale (poi, a pensarci bene, tanto diario non è, visto che chiunque può entrarvi), di mondo proprio in cui ci si può tranquillamente sfogare e liberamente "vomitare" quello che abbiamo dentro. Ecco, il mio timore è che si rischi di limitare tutto ciò attraverso tutti i compiti.
Mi spiego: non è che i compiti siano impegnativi, anzi, ma penso sia meglio valutare il blog per forma e contenuti espressi oltre i compiti da fare. Altrimenti, uno potrebbe semplicemente fare i compiti e basta, senza + curare il suo blog.
Per me il blog, infatti, è un riflesso di noi stessi, della propria personalità, e con i compiti si avrebbe solo una parvenza offuscata della nostra immagine.
Con questo non voglio dire di abolire i compiti da fare nel blog, ma solo di diminuirne alcuni + superflui, lasciando maggiore attenzione agli elementi del blog + spontanei e sinceri.

mercoledì 24 settembre 2008

Compito 8

Ho letto il testo dell'intervento " I have a dream" (seppur con molto ritardo, lo riconosco) e l'ho ritenuto molto interessante.
Come dire, è sempre stato uno degli argomenti più toccati dai ragazzi: quante volte infatti si è sentito parlare bene di un insegnante e male di un altro?
Ma su che basiamo i nostri giudizi? E sono attendibili?
Quello che cerco di dire è che un maestro come quello descritto dal dott. Benedetto de Bernard, ovvero una sorta di Robin Williams ne "L'attimo fuggente", può essere davvero la risposta che gli studenti cercano?
Beh, io ritengo di sì, poichè l'apprendimento di una materia di studio risulta più semplice (e se vogliamo anche divertente) se illustrata con entusiasmo e passione, quei sentimenti con cui ognuno dovrebbe affrontare qualsiaisi cosa.
Il punto è che una figura del genere, quasi una sorta di Messia dei docenti, rasenta l'immagine della Chimera: è rarissima.
Vuoi per la concentrazione spasmodica ed eccessiva per il profitto economico finale, vuoi perchè il mondo intorno a te si muove ad una velocità per cui è già di per sè difficile restargli attaccato al culo, vuoi per il sadico piacere di poter disporre di qualcuno sfruttando il proprio, anche se effimero, potere . . . Alla fine i maestri che promuovono la cosiddetta "emotioned intelligence" sono veramente pochi.
Ma questo discorso è valido anche per gli studenti. Per carità, i giovani sono straordinarie creature, come dice il de Bernard, ma siamo sicuri che siano tutti desiderosi di meritarsi o comunque di volere un insegnamento del genere?
Forse è anche per questo che i docenti "illuminati" sono rari come le mosche bianche (o come gli idrulici, fate un pò voi. Altri luoghi comuni o mezze verità non me ne sono venute in mente, eh eh eh): perchè non si sentono gratificati o sanno già che pochi allievi li seguirebbero nella giusta maniera.
Alla fine è tutto un problema di volontà e di scelta, come sempre: o remi contro un fiume in piena che è la mentalità circostante o ti adegui a tutto ciò, magari perdendo anche parte della tua individualità.